I miei fantasmi sono di nuovo tutti qua. Mi stanno intorno mordicchiandomi gomiti e caviglie, lasciandomi addosso una scia di bava schifosa che mi si appiccica alla pelle e agli abiti, che mi avvolge come un bozzolo malsano i pensieri, che mi impedisce di essere lucida e distaccata.
Sansone ha la tosse. Una tosse brutta e cavernosa che non ha mai avuto in tutta la sua vita di acciacchi, una tosse al cui rumore mi tremano le vene dei polsi e le ginocchia, una tosse che porta con sé ricordi dolorosi e timori nascosti.
Lunedì pomeriggio ha iniziato una cura che a tutt’oggi non ha dato nessun risultato e il veterinario oggi ha deciso di fare un eco cardio perché il cuore potrebbe essere affaticato da una qualche carenza polmonare. E io? Io sto azzerando ogni emozione: lavoro, mangio, parlo al telefono, cucino, faccio quello che devo, ma ho costruito una parete di ghiaccio intorno al cuore perché altrimenti mi lascerei scivolare a terra e lì resterei ad aspettare che qualcuno altro si occupi di tutto, ad aspettare di sapere che è tutto finito, che tutto va bene, che Sansone è guarito. Che i fantasmi se ne sono andati.
Ma per il momento i miei fantasmi sono di nuovo tutti qua e stamattina, al risveglio, nel silenzio della casa nuova, il respiro roco e affaticato di Sansone mi è entrato come una lama di ghiaccio fino in fondo al cuore e mi ha lasciato impietrita sul letto.
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