Flori pochi mesi fa felice a Vallicciola.

lunedì 31 ottobre 2011

71 di 365 - Quella che cucina

Che vi devo dire? E' un pessimo periodo per i rapporti tra me e la tecnologia. Una volta è la ADSL che non funziona, un'altra la tastiera che mi lascia a terra come è successo ieri sera. Ah, dimenticavo, nemmeno con l'Ipad, che tanto mi aveva entusiasmato durante la vacanza in montagna, sono riuscita ad aggiornare il blog.
E dunque ancora una volta, questo è il post di

DOMENICA 30 OTTOBRE 2011
Ieri sera cenetta con amici e parenti, bella serata per me e spero per tutti. La zucchetta magica di cui vi ho parlato qui http://unannosenzaflori.blogspot.com/2011/10/69-di-365-di-zucche-di-padri-e-figlie.html
ha colpito ancora e i bimbi sono stati contenti nonostante fossero stanchissimi.
La Cugina, nonché mamma dei bimbi, mi ha raccontato una cosa carina. Pare che il bimbo più piccolo R., quando ha sentito che si andava a casa di  P. (che sarei io) abbia chiesto:" Ma P. chi? Quella che ha il negozio o quella che cucina?" Pare infatti che un'amica della loro mamma si chiami come me e abbia un negozio.
Naturalmente io sono quella che cucina.
Allora oggi vi metto una foto dell'anno scorso, in cui sono in soggiorno che preparo qualcosa di mangereccio sul tavolo con i miei fidi aiutanti che osservano e non perdono alcun mio movimento.
Lo scorso inverno non ho fatto altro che preparare biscotti, plum cake e altre torte perché il Marito aveva tanto da colorare, ma quest'anno vorrei uscire un po' di più e cucinare un po' di meno.
Anche perché ho scoperto che mi piaceva molto di più cucinare con Flori...


Comunque, eccovi la ricetta del paté, una delle cose che ho cucinato per la cena di sabato sera che non ho mai preparato senza l'aiuto morale della mia fida aiutante Floridita.
PATE'

Ingredienti:
2 etti di prosciutto crudo
4 fegatini di pollo
70 grammi di burro
4 foglie di salvia
poca cipolla
4 cucchiai di farina
brodo
parmigiano

Preparazione:
tritare con il coltello il prosciutto e, a parte, i fegatini dopo averli lavati e mondati.
Mettere in un tegame dal fondo in acciaio il burro e la cipolla tritata e farlo fondere, aggiungere il prosciutto e quando avrà cambiato colore, anche i fegatini e la salvia. Lasciar cuocere per qualche minuto mescolando con un cucchiaio di legno.
Quando anche i fegatini hanno iniziato a cambiare colore e iniziano a sfrigolare un po' troppo, unire un paio di mestolini di brodo caldo alternati a 2 cucchiai di farina passata al setaccio. Continuare la cottura mescolando e aggiungendo il brodo quando il composto si asciuga troppo.
Spegnere il fuoco, aggiustare di sale e pepe e aggiungere il parmigiano grattugiato in quantità a piacere ma non tanto da coprire gli altri sapori.
Passare al frullatore o usare il minipimer, io preferisco lasciarlo un po' granuloso, di consistenza rustica, ma se volete potete anche frullarlo fino a farlo diventare liscio come una crema.
Potete servirlo tiepido o a temperatura ambiente, oppure ben freddo dopo un passaggio in frigorifero (potete prepararlo anche in anticipo, o addirittura metterlo in freezer e usarlo all'occorrenza) ma allora, attenzione, per gustarlo al meglio utilizzate delle fettine di pane caldo.

sabato 29 ottobre 2011

70 di 365 - Di zucche, di padri e figlie

Quando ero bambina, mio padre aveva inventato per me una cosa meravigliosa: la zucchetta magica.
La zucchetta magica era una piccola zucca secca, con i semini all'interno che facevano un bel rumore. Sembra che questa zucchetta avesse magici poteri, se mi ero comportata bene durante il giorno ed ero stata brava, poteva succedere che, la sera,  al ritorno a casa di mio padre, dopo aver pronunciato una filastrocca magica anch'essa e strofinato la zucchetta, io potessi trovare, ben nascosto da qualche parte, un regalino.
Ho sempre conservato la zucchetta che mi ha seguito nei tanti traslochi, ma non ricordo più la filastrocca.



Stasera verranno a cena degli amici e la cugina di cui vi ho già parlato con i suoi 2 bimbi, per loro ho tirato fuori la zucchetta magica e ho scritto una nuova filastrocca.

Zucca, zucchetta,
 forma perfetta,
 fai la magia,
per il bimbo più bravo che ci sia!

 Ieri ho comprato 2 regalini minimi ma adatti al periodo e, se la mamma mi assicurerà che si sono comportati bene, foooorse risveglierò la zucchetta dopo tanti anni di inattività.


Sono sicura che il mio papà ne sarebbe stato contento.

venerdì 28 ottobre 2011

69 di 365 -Ennesima fregatura...

Poco fa ero in cucina che preparavo la pizza, le mani nella ciotola che godevano a maneggiare l'impasto, mi piace da morire stare con le mani nella pasta, le mani in pasta... ihihihi.... ero tutta assorta a riflettere su che colori vorrei dare alla nuova casa, e che stile, ho sentito la porta aprirsi e unghiette e zampette sfrucculare sul pavimento (sfrucculare l'ho inventato io ora ora, lo faccio spesso di inventare parole nuove nella lingua pippesca quando non mi vengono quelle giuste in italiano) e, avrei potuto giurarlo, erano 8 zampette e tante tante unghiette e 2 cagnetti.
E io ero assorta con le mani in pasta, che pensavo alla cucina nuova alla casa nuova e a tutte le prossime nuove spese e il cervello si è acceso all'improvviso e ha modellato una frase silenziosa "Ecco i cagnetti...!" ma le zampette erano 4, qualche unghietta e un solo adorabile cagnetto, ma uno solo.

giovedì 27 ottobre 2011

68 di 365 - Felicità è un cane caldo 2

Ieri sera dopo cena Sansone mi è salito sulla spalla e dopo pochi istanti ha iniziato a russare, si era addormentato. La testa nell'incavo del mio collo, totalmente abbandonato su di me, completamente indifeso e fiducioso.
Merita amore.

mercoledì 26 ottobre 2011

67 di 365 - Le meravigliose avventure di Flori e Sansone 1

Flori era tonda e morbida,
Sansone un mucchietto d'ossa.
Flori era di tre colori: bianco e nero con qualche sfumatura marron bruciato,
Sansone era nero, ma dopo pochi anni il suo pelo mutò in un grigio scuro appena brizzolato.
Flori era un dono, un batuffolo di due mesi sano e vispo, con il naso rosa a pallini neri,
Sansone era stato trovato di notte, dietro una curva, con una una zampa spezzata e pieno di infezioni.


Ma si amavano teneramente, di questo Pippi era certa.

martedì 25 ottobre 2011

66 di 365 - Delle nuove cucine e dell'aoristo passivo

Ieri vi ho parlato dell complessità della scelta di una cucina nuova e di come mi fosse venuto in mente il periodo della quarta ginnasio quando ho incontrato il greco per la prima volta.
Ma dopo stasera posso solo dire che la scelta di una nuova cucina non è simile al primo incontro con il greco antico, al suo strano alfabeto, alla sua buffa scrittura. No, tutto troppo semplice in questo caso, la scelta di una nuova cucina si può avvicinare soltanto all'aoristo passivo, al bastardo, perfido e infido aoristo passivo.

da  perspectivesboursieres.com




65 di 365 . Di nuove cucine e vecchi (?) dolori

QUESTO E' IL POST DI LUNEDI' 24 OTTOBRE (naturalmente anche ieri sera la ADSL ha fatto i capricci. E pure l'Ipad)

Ma lo sapete quanto è difficile scegliere una cucina nuova? Decidere tra le varie marche, colori, configurazioni. Legno, laminato, laccato, lucido, opaco, mdf, polimerico. Devi imparare così tante cose tutte in una volta che nemmeno in quarta ginnasio quando ho iniziato con il greco.... Cestoni o ripiani, ante o vasistas, pensili sì o pensili no? Frigorifero free standing o a incasso? E il forno? Tradizionale, ventilato, multifunzione, benessere, a vapore o microonde? E non dimenticate il piano, le maniglie, lo zoccolo, e gli altri elettrodomestici....
Ce n'è da uscire pazzi!

Ma per fortuna l'idea di una nuova casa, finalmente nostra, di una nuova vita, è veramente bellissima e ripaga di tutte le fatiche, incomprensioni e piccoli screzi (eh, sì ci sono anche quelli) con il Marito.

Ma in questa felicità, in questa dolcezza, sottile come la lama di un coltello, si infila un dolore conosciuto, si insinua la consapevolezza che non siamo quelli che avremmo dovuto essere, che siamo uno di meno, che la nuova vita insieme non sarà quella che avevamo immaginata.
Perché lo siamo uno di meno, perché la nostra strana famiglia ha perso un pezzo per strada ed è ancora tanto difficile farsene una ragione.

domenica 23 ottobre 2011

64 di 365 - C'è un post per Dio

Oggi è stata una bella giornata. Stanchezza fisica per il gran lavoro di butta-butta (stiamo svuotando l'appartamento dove ci trasferiremo), sole caldo, pranzo con bruschetta nel paesino sul mare dove andiamo spesso.

Umore nero. Pensieri cattivi. Cuore dolorante.

Oggi ho saputo che Nerone ha 18 anni. L'ho sempre guardato con tenerezza, con il muso incanutito trascinare le zampe di dietro che non lo sorreggono quasi più, gli occhi velati e una stanchezza che sembra vecchia di secoli. Ma oggi mi sono arrabbiata.

Ma come? Un randagio di taglia grande che ha sempre vissuto per strada ha 18 anni e Flori, cagnolina casalinga, vaccinata, medicata, visitata, nutrita con il cibo giusto, ecc ecc mi muore a nemmeno 15 anni senza un tremore, un malanno, un tentennamento nel passo, un mancamento di attenzione?

E la cagnolina della cugina del Marito? Morta a 24 anni, all'improvviso, sempre stata bene.

Ecchecazzo.... Ho proprio ragione; era troppo presto, non era ancora tempo. Avrebbe dovuto invecchiare, avere qualche piccolo acciacco, mandarmi avvertimenti discreti, qualche tremolio, una stanchezza strana.... ma così...
No, così non posso proprio accettarlo. Perciò Dio, su, mettitela via, ammetti l'errore e rimandamela giù. Starò zittissima e non farò la spia, non dirò cose del tipo "Eh, lo sapete? Dio è proprio un ciappino* ha sbagliato!..." No, tranquillo, acqua in bocca e muta come un pesce. Ma tu fa il bravo, riconosci lo sbaglio e falla tornare a casa.
Guarda, ti vengo incontro, va bene anche se la incontro per strada.


Tanto lo sai che la cerco dappertutto vero?


*Ciappino: sostantivo dialettale. Dicesi ciappino di qualcuno che non riesce a fare bene le cose, che non riesce a portare a compimento ciò che gli viene assegnato, inetto.

sabato 22 ottobre 2011

63 di 365 - Felicità è un cane caldo 1

Felicità è un cagnetto che viene a dormire con me sul divano.
Struggimento è la cagnolina che ha sempre dormito con me sul divano e che non c'è più.
Tenerezza è che questa è stata la prima volta da quando Flori non c'è più che Sansone ha dormito con me sul divano ed è stato bello.

Il divano, Sansone ed io

venerdì 21 ottobre 2011

62 di 365 - Propositi per il futuro

Stasera sono contenta. La giornata sembrava iniziata male, con un appuntamento importante mancato, ma poi si è rifatta con un pomeriggio vittorioso in cui sono state messe le basi per il nostro prossimo cambiamento di casa.
Anche oggi abbiamo parlato di adottare un nuovo cagnetto, ne ho trovato uno meraviglioso in rete, si trova nella zona di Roma ma è maschio e secondo il Marito non sarebbe un buon compagno per Sansone che perderebbe in un attimo il suo ruolo di capobranco. Abbiamo deciso di aspettare il rientro da Angouleme e poi ci ripenseremo. Chissà se faccio bene, se invece non dovrei andare di corsa al canile e portare a casa il primo cagnetto che mi sorride, chissà...

giovedì 20 ottobre 2011

61 di 365 - Di profumi e puzzette 2


Sansone sa di cioccolato fondente rancido. 
Rancido perché è un odore che non amo, troppo dolce per i miei gusti, ma si tratta pur sempre dello stesso odore che ha il cioccolato fondente. Non ho mai visitato una fabbrica di cioccolato ma credo che dopo il primo momento di beatitudine possa sopraggiungere il disgusto, lo schifo quasi, per quell’esagerato aroma dolciastro nell’aria.
Ho avuto un fidanzato che lavorava nella ditta di famiglia, producevano salumi e formaggi. Qualche volta, soprattutto all’inizio della nostra storia quando devi far colpo sulla tua bella, mi ha portato in fabbrica e, a parte i primi minuti di inebriamento per le spezie delle carni e il profumo di formaggio, dopo poco avevo già voglia di scappare. E lui non era poi così malaccio…


Anche Sansone è un notevole produttore di puzze ma, forse perché è più minuto di quanto non fosse Flori, le sue puzze non sono mai state così spaventose.

60 di 365 - Di profumi e puzzette 1

Ma ditemi perché devo essere ostaggio dei gestori telefonici.
Ieri ero così contenta perché avevo scritto il post del giorno in ufficio, in una pausa del lavoro. Mi era venuta l'idea e l'avevo buttato giù di getto e mi era anche venuto piuttosto bene, ero soddisfatta. Rientrata a casa avrei dovuto soltanto caricarlo sul blog e invece... niente connessione!
Oggi finalmente Tiscali ha preso di Tele Tu, probabilmente ieri era un giorno tipo terra di nessuno e ci ha fatto le spese il mio blog, comunque ora sono qui, beccatevi il post di ieri e subito dopo quello di oggi, sullo stesso argomento.

Albero di Badde Salighes in autunno

MERCOLEDI' 19 OTTOBRE 2011
Flori odorava di sottobosco, di funghi e di terra umida. Aveva l’odore che hanno certe rocce inzuppate d’acqua quando d’autunno cammini nei boschi di montagna dell’isola. Era un buon odore di natura e vento, di alberi e foglie, di terra e roccia.
Ma Flori era anche una spaventosa produttrice di puzze, una macchina da guerra che avrebbe fatto l’invidia di Saddam Hussein e delle sue armi chimiche… Con il suo aspetto da peluche innocente, con il suo sguardo tenero e dolce, la maledetta faceva finta di dormire accovacciata sulle mie ginocchia o, ancora meglio, abbandonata al mio abbraccio sul divano e, senza preavviso, mollava una delle sue puzze mefitiche che avrebbero steso un cavallo. E’ un vero miracolo che in tanti anni di puzze i miei biondi colpi di sole non abbiano virato al verde!


martedì 18 ottobre 2011

lunedì 17 ottobre 2011

58 di 365 - In barba agli esperti 1

I nomi di Flori.
Nome: Floridita
Soprannomi: Flori, Floretta, Floppi, Floppina. Fragolina, Carotina, Patatina.
 Il Marito invece aveva un vezzeggiativo tutto suo: Fuffi.
 Perchè in barba agli esperti? Perchè ci insegnano che il cane ha bisogno di rispondere ad un nome solo, un unico richiamo a cui fare riferimento. E invece Flori ha sempre risposto a tutti i suoi nomi, dimostrando anzi di essere in grado di riconoscere quelli "reali" da quelli dedicati agli istanti di tenerezza, ai momenti di gioco. Avrei tante cose da raccontare agli esperti...

domenica 16 ottobre 2011

57 di 365 - Flori a fumetti

Ieri è arrivato dal Belgio l'ultima fatica da colorista del Marito: Sisco 4 (http://www.bd-sanctuary.com/bd-sisco-vol-4-simple-s796-p30859.html).
Il Marito mi ha passato il volume aperto su una pagina e mi ha chiesto "L'avevi vista questa?" questa cosa? ho pensato. La tavola? No, non era tra quelle che conoscevo. La ragazza che appare nella storia? Certo che la conoscevo, e allora?
Allora non si trattava né dell'una né dell'altra cosa. Sulla parete di uno degli interni che appaiono nella tavola c'è un quadro appeso al muro e l'immagine del quadro la conosciamo bene come potete vedere anche voi.
E qui nel particolare.
Il Marito ha colorato questa tavola i giorni subito successivi alla morte di Flori e l'ha voluta immortalare così.
Che dire di più? Adoro quest'uomo.

sabato 15 ottobre 2011

56 di 365 - Sansone, la Suocera e l'ascensore

Stamattina abbiamo portato Sansone a farsi bello da Barbara http://www.4zampets.net/ : bagno e tosatura e poi a pranzo dalla Suocera (ma Suocera sembra una parola adatta ad una megera e non a quello zucchero che è la mamma del Marito...).
Dovete sapere che i cagnetti sono sempre andati pazzi per la Suocera e la sua casa, ma dovrei dire la sua cucina.... e un giorno vi racconterò come questa storia è iniziata. Ma com'è, come non è, abbiamo recuperato Sansone col capello corto e siamo andati a casa della Suocera.
Quando ha riconosciuto il posto ha iniziato come al solito a fare l'imitazione del babbuino già dentro la macchina, emettendo guaiti striduli e saltando di qua e di là. Quando abbiamo aperto lo sportello è corso verso il portone che nemmeno Paperino inseguito da uno squalo, è passato in mezzo alle gambe di due ragazze che, davanti a noi, cercavano di entrare nel palazzo e nell'attesa che arrivasse l'ascensore ha girato su stesso, come una trottola, per 3 o 4 volte.
Insomma, era eccitatissimo che di più non si può.
L'ascensore è arrivato, le porta si sono aperte, lui è schizzato dentro e noi dietro di lui, ho premuto il pulsante del piano, le porte hanno iniziato a chiudersi e quando mancavano circa 20 cm Sansone, convinto che si stessero aprendo e che fossimo ormai arrivati, ci ha buttato il muso dentro, come fa sempre perché vuole arrivare per primo, entrare per primo e uscire per primo e le porte gli hanno imprigionato per un attimo il musetto facendolo guaire e morire di paura.
Che dire? E' finita bene, l'ho coccolato a lungo e la paura gli è passata subito, comunque la disavventura non è servita a calmarlo, mentre aspettavamo che la Suocera ci aprisse ha fatto di nuovo la sua riuscita imitazione del babbuino e ci ha fatto proprio ridere.
E' un cagnetto adorabile e vederlo contento fa bene al cuore.



venerdì 14 ottobre 2011

55 di 365 - Due mesi senza Flori

Due mesi sono passati e ancora piango quando qualcuno mi chiede di lei senza preavviso, ancora non mi capacito di questo vuoto grande che ha lasciato, di come io mi senta sola senza di lei.
Per oggi basta.


Sì lo so che è sgranata e che non è una bella fotografia, ma avevo voglia di mettere questa ed eccola qui.

giovedì 13 ottobre 2011

54 di 365 - Confusione e battiti del cuore

Invece di terminare il mio racconto, invece di preparare la cena, cambiarmi, fare un po' di cyclette o finire il libro che sto leggendo me ne sono andata in giro per la Rete a cercare cani adottabili. E ho visto perreras spagnole vergognose, siti della L.I.D.A. e poi il sito del canile di Sassari dove ho trovato Neve.

Neve
Cosa dite, Neve è un nome da femmina o da maschio? E come vi sembra? Io non riesco a capire di che sesso sia, il Marito è bravissimo a riconoscerlo anche senza guardare sotto la coda ma questa volta anche lui ha avuto dei dubbi...


Ma davanti a questo sguardo il mio cuore ha accelerato il battito...

mercoledì 12 ottobre 2011

53 di 365 - Desideri?

Vorrei che fosse femmina, perché lo preferisco e perché così Sansone non si stressa.
Vorrei che fosse di taglia medio piccola perché viaggiamo e ci piace mangiar fuori e andare in giro per negozi.
Vorrei che fosse pelosa.
Vorrei che avesse i baffi perché non amo i nasi a punta.
Vorrei che avesse occhi grandi e possibilmente pelo chiaro per vederli bene.
Vorrei che fosse giovane per stare insieme a lungo.

E poi vorrei che mi trovasse, io sono qui, ancora non pronta per cercarla, ma forse quasi pronta per farmi trovare.

martedì 11 ottobre 2011

52 di 365 - Dubbi e desideri

Stamattina andando al lavoro ho visto da lontano una ragazza che conosco seguita dalla sua cagnolina che so essere molto vecchia. Poi la ragazza è sparita al mio sguardo ma dopo un attimo è apparsa la cagnolina che si era fermata ad aspettarla fuori dal tabacchino (noi lo chiamiamo così, forse per voi è il tabaccaio...).
Aveva l'espressione fiduciosa e piena d'amore e io ho pensato che desidero tanto che qualcuno mi guardi così con la stessa fiducia amorosa. Desidero sollevare lo sguardo e trovare due occhi dolci, desidero essere assalita e travolta di giochi, desidero piangere e avere qualcuno che lecca via le mie lacrime.

Forse qualcosa sta cambiando, sto cercando di ascoltarmi, di capire se c'è posto.

lunedì 10 ottobre 2011

51 di 365 - Film e realtà

In questi ultimi anni, diciamo da quando Flori è diventata adulta, ho pensato spesso a come sarebbe potuta essere la sua morte e a come avrei reagito.
Ho immaginato che venisse investita da un'auto, che morisse di malattia, che potesse perdersi (ma questa era l'eventualità meno probabile perché non la perdevo mai di vista), quando abbiamo deciso che saremmo andati a vivere in campagna avevo persino pensato che potessero rapirla in mia assenza.

Il momento migliore per girare questi "film" era a letto, prima di addormentarmi e spesso mi sono addormentata piangendo perché quello che stavo immaginando era troppo doloroso. Avrei dovuto fare tesoro di tutto ciò, avrei dovuto saperlo, d'altra parte non avevo messo in moto l'immaginazione proprio per essere pronta, per non avere sorprese?

Un accidente! A niente è servito visualizzare l'auto mentre la investiva, me che rientravo nella casa di campagna e non la trovavo in giardino o lei che si spegneva sul lettino di un ambulatorio veterinario. Non è servito a niente addormentarmi piangendo tutte le notti in cui non riuscivo a sopportare nemmeno il pensiero di perderla. Non è servito a niente perché la vita, la morte in questo caso, ci stupisce sempre, nulla si compie come avevamo creduto e quando avevamo creduto, e le nostre emozioni non sono mai quelle che avevamo immaginato.

E mi ritrovo qui, donna adulta di mezza età (sic!) con una vita, un lavoro, un marito e un cagnetto, mi ritrovo qui  sconsolata e abbandonata, a fare i conti con una mancanza così profonda, con un'assenza così totale e tangibile, come se mi avessero amputato un braccio, una gamba, un pezzo di corpo diventato improvvisamente più leggero perché non c'è Flori attaccata a dall'altra parte.

domenica 9 ottobre 2011

50 di 365 - Di Marilyn, James, Ernesto e una cagnolina

Flori è morta che aveva quasi 15 anni, un'età decisamente ragguardevole per un cane come si vede nella tabella qui sotto che ho trovato su http://www.vitadacani.info/2008/12/01/leta-del-cane/



ma la cosa che mi lascia interdetta e che probabilmente non mi permette di accettare fino in fondo quello che è accaduto è che in tutti questi anni non è mai stata malata (giusto qualche piccolo acciacchetto come potrebbero essere i nostri mali di stagione...), ma sempre vispa e saltellante, super attiva e di buon umore.
E poi tutto a un tratto in nemmeno un mese....

Quando muoiono persone giovani e sane, all'improvviso, senza avvisaglie, restiamo sgomenti e stupiti, che sia per una malattia improvvisa, per un incidente, per un suicidio o per mano di qualche sciagurato resta un vuoto e uno smarrimento che non passa neppure dopo molto tempo.
Oggi eravamo al mare a passeggiare e a bearci di sole e di vento come piace a me, Sansone era contentissimo e saltellante, il Marito docile e tenero, io pensierosa: mancava Flori. Abbiamo pranzato sotto i portici della colonia istriana e mentre eravamo lì è arrivato Nerone che non vedevo da almeno un anno, ma forse più. Nerone che fa fatica a camminare e trascina un po' le zampe di dietro, che ha la lingua che penzola da un lato del muso, gli occhi annacquati e il muso abbondantemente spruzzato di bianco. Nerone è molto, molto invecchiato e mi si è stretto il cuore a vederlo così, lui che era il padrone della borgata, che correva ad annusare i nuovi cani e decideva se potevano o meno rimanere (ma il suo era quasi sempre un giudizio positivo a dispetto dell'aspetto e della mole), che andava e veniva libero come l'aria.

Ho pensato che sono stata fortunata, che non ho visto Flori invecchiare, ammalarsi, soffrire. Che è rimasta la mia Flori scatenata e piena di vita, testarda e impetuosa fino a due giorni prima di morire, quando dopo il ricovero sotto ossigeno tirava il guinzaglio perché voleva tornare a casa. Sono stata fortunata perché è successo tutto in fretta, senza ferite da medicare, senza decisioni impossibili da prendere, senza malattie invalidanti.
E mi è venuta in mente Marilyn Monroe e poi James Dean e pure Ernesto Che Guevara, che se ne sono andati senza invecchiare, senza capelli imbiancati, rughe da cancellare, carriere in declino.
Ho pensato che la mia Flori se ne è andata come loro nel momento perfetto per essere ricordata forte, bella, temeraria e piena di vita come sempre è stata, un vero ciclone di 12 chili di pelo e voglia di vivere.



sabato 8 ottobre 2011

49 di 365 - Somiglianze e tecnologia

Qualche giorno fa è morto Steve Jobs fondatore di Apple e tutto il mondo in questi giorni parla di lui e di come la sua compagnia abbia rivoluzionato le nostre vite, tecnologicamente parlando. Il Marito ha sempre preferito i Mac e dalla scorsa primavera ne ha uno nuovo molto bello che utilizza a casa come supporto nella sua attività di colorista, a me hanno regalato un'ipad per il compleanno e in montagna me la sono proprio goduta, aggiornando il blog e vedendo subito le foto che facevamo.
Ieri il Marito ha riversato sul nuovo Mac tutte le foto che aveva sparse in vari hard disk e ha utilizzato iPhoto http://www.apple.com/it/ilife/iphoto/ a cui, per farmi una sorpresa, a chiesto di trovare foto di Flori che voleva darmi. Bene, non so se conoscete le tante funzioni di iPhoto, una in particolare riesce a riconoscere le facce, se voi gli dite che un certo viso corrisponde a Tizio e glielo ripetete per un po' di immagini, alla fine il programma riconosce da solo le immagini di Tizio.

Il Marito ha seguito esattamente questa strada ma, alla richiesta di trovare tutte le immagini di Flori, iPhoto ha scelto immagini mie e immagini della cagnolina riconoscendoci come un'unica entità.
Ho sempre pensato che io e Flori ci assomigliassimo: stessi capelli e pelo, lunghezza media, riccio e sempre spettinato, grandi occhi espressivi, forme piuttosto morbide con tendenze cicciottine (per volermi mooolto bene...), carattere giocoso e solare ma capace di feroci antipatie, capricciose entrambe e testarde fino allo sfinimento. Somiglianza che anche il super tecnologico iPhoto ha scoperto e avvalorato con la sua scelta di fotografie.

In montagna, qualche anno fa.


E' chiaro che la realtà è diversa e più semplice: io appaio nella maggior parte delle fotografie in cui appare Flori perché eravamo sempre insieme e dove c'era lei c'ero io e il programma non è riuscito a disgiungere la mia immagine dalla sua. Solo questo probabilmente, ma è molto meno affascinante, che ne dite?

venerdì 7 ottobre 2011

48 di 365 - Il labile confine dell'autocontrollo

Flori in montagna tutta bagnata

Credo che questa fotografia sia bellissima, lo sguardo, il pelo di Flori, lei che si lecca il naso è meraviglioso.
Ieri il Marito ha messo un po' d'ordine tra le nostre fotografie inserendole sul programma IFoto di Apple, io passavo alle sue spalle e lo sguardo mi è caduto su questa foto che avevo dimenticato e gli ho detto che l'avrei voluta per il blog. Ieri notte l'ho trovata, insieme ad altre, sui documenti condivisi del mio pc. Che dire: non è difficile voler bene a un Marito come il mio...

Oggi a pranzo gli ho detto che vorrei cambiare immagine sullo schermo del computer che ho in ufficio e che vorrei questa, che il pelo di Flori è proprio bello, così particolare e i colori ecc. ecc e lui mi ha detto "Non ti ricordi? Flori era tutta bagnata perché aveva corso in mezzo all'erba...."
E ho dovuto interromperlo e chiedergli di cambiare discorso: il ricordo di Flori che corre nell'erba bagnata della montagna mi ha sopraffatto, il dolore mi ha aggredito alle spalle, le lacrime si sono accumulate dietro gli occhi.

Perché io vado avanti, la vita scorre normale, quasi banale, ma basta un piccolo granellino di sabbia e l'ingranaggio si interrompe, va fuori fase e tutto va a rotoli.
Io vado a rotoli.

giovedì 6 ottobre 2011

47 di 365 - A passeggio con le lacrime

Sono uscita dall'ufficio ad un'ora vergognosa, avevo voglia di aria, di luce, di gente e rumori e vetrine e macchine, ho proposto al Marito di parcheggiare sotto a casa e andare a fare due passi con Sansone per distrarmi un po'.
E dopo, ma solo dopo, la cena, la casa, il blog.
Sulla strada del ritorno abbiamo visto, che veniva in direzione opposta alla nostra, un signore che abita nel quartiere e che aveva una cagnolina che Flori proprio non sopportava. La cagnolina è morta a Natale del 2009 e per questo signore è stato un colpo terribile, ma dopo una settimana il figlio gli ha portato in casa un'altra cagnolina e ora sono felici insieme, anche se quando parla della cagnolina che non c'è più al signore si inumidiscono gli occhi.
Quando l'ho visto arrivare da lontano ho chiesto al Marito se sapesse della morte di Flori e non lo sapeva. Arrivato presso di noi ha subito chiesto di lei e ho dato le spiegazioni di rito a cui mi ero già preparata emotivamente, ma non ero pronta per ascoltare di nuovo la sua storia: di come fosse morta la sua cagnetta in sole 4 ore, di come lui fosse disperato e non volesse un altro cane, di come il figlio gli portò la cagnetta che ha adesso e di come ora sia felice con lei.
Non ero pronta a sentimi dire che devo prendere un altro cane, che avrebbe una cagnolina perfetta per me, che non me ne rendo conto ma che è il momento, che il momento è proprio questo.

Non ero pronta a sentire tutto questo e non sono pronta a prendere un cane, non ho amore da dare nemmeno a Sansone, nemmeno una briciola, è come se tutto l'amore che provavo per Flori si fosse prosciugato insieme all'amore per lui e questo mi fa davvero tanto soffrire.
E adesso basta, mi sono esaurita.

mercoledì 5 ottobre 2011

46 di 365 - Quando il dolore non tace

La vita va avanti senza scosse apparenti. 
Tutte le mattine mi preparo e vado al lavoro e ci resto almeno fino alle cinque e mezzo. Nell'intervallo del pranzo il Marito viene a prendermi con Sansone e mangiamo insieme raccontandoci le novità e le cose che abbiamo fatto.
Mentre sono in ufficio chiacchiero, rido, mi arrabbio, insomma sono viva.
All'uscita dal lavoro vorrei andare al mare a camminare o in campagna a camminare o in giro per la città a camminare, ho bisogno di svuotare i pensieri, di rilassare muscoli e cervello, di ricaricarmi, spesso invece torno a casa e allora c'è il blog da aggiornare, un'occhiata a facebook, la cena da preparare e sempre, sempre qualche altra cosa da fare a cui non riesco a sottrarmi.
Dopo cena è il mio momento, finalmente tutto si ferma e posso farmi coccolare dal Marito davanti alla tivù, immagine borghesissima lo so, ma le coccole sono proprio terapeutiche e poi abbiamo un'enorme quantità di film e serie tv in arretrato da guardare.
Il fine settimana ci si sveglia con più calma ma ci si alza ugualmente presto, si fa colazione al bar e quasi sempre si esce dalla città e si va al mare e sto proprio bene, vorrei che fosse sempre così e non è vero che mi annoierei come dicono tanti.

La vita va avanti senza scosse apparenti, come una normale e banale vita di provincia e il dolore tace perché il pensiero di Flori è ranicchiato in un angolo buio, in contrasto con quanto lei era luminosa e solare.
Il dolore tace perché la mia vita va avanti facendo finta di niente, come se lei non fosse altro che una parola vuota di significato: "flori" cosa significa questa parola? flori flori flori flori flori la ripeto finché non vuol dire più niente ed è solo un suono vuoto. 
Il dolore tace perché non riesco più ad affrontarlo, perché è ancora troppo, perché non gli posso aprire la porta e permettergli di uscire. 

Ma oggi ho guardato un cagnetto peloso e biondo dal finestrino della macchina e ho provato a cercare qualcosa in comune con Flori e né lo sguardo, né il naso o il portamento avevano niente di suo ma l'immagine di lei mi è arrivata negli occhi ancora così viva che avrei voluto urlare.

martedì 4 ottobre 2011

45 di 365 - Sentirsi in colpa

Che ho tanto lavoro arretrato ve l'ho già detto, che sono stanca come se non avessi fatto nemmeno un giorno di vacanza anche, che mi tratterrò un po' oltre l'orario di lavoro in ufficio per far fronte al ritardo pure.
Ma non vi ho detto che la sera ho sempre meno voglia di tornare a casa, che questa casa continua ad essere vuota, talmente vuota che mi sembra di sentire i miei passi rimbombare, che vorrei stare fuori fino al momento di sparire sotto le coperte, e così evitare l'ingresso in una casa senza Flori, la preparazione della cena in una cucina senza Flori, un divano senza Flori, il mio abbraccio senza Flori.

Sono stufa, voglio che torni, sono arrabbiata, sono furiosa, voglio che la mia cagnetta adorata sia qui con me, voglio che sia rimasta chiusa in una stanza e adesso io apro la porta e lei è lì al buio che mi aspettava.

E mi sento in colpa e cattiva perché questo cagnolino meraviglioso non mi muove una briciola di cuore, gli preparo da mangiare, lo accarezzo, gli parlo dolcemente ma è come se recitassi bene il ruolo della brava mamma. Solo questo.

lunedì 3 ottobre 2011

44 di 365 - Invito al gioco

Certe notti, spenta la tele e le luci, preparata la borsa per il giorno dopo, lavati i denti, certe notti a Flori veniva voglia di giocare.
Si faceva capire facilmente, mi invitava, letteralmente, al gioco.
Iniziava a saltellare per aria e a fare delle semi piroette e ogni volta che ricadeva a terra quasi rimbalzando, scattava di corsa per farsi inseguire fino alla cucina.
Io facevo finta di inseguirla e all'ultimo momento, quando lei era ormai certa che le corressi dietro, mi nascondevo da qualche parte, nell'oscurità e rimanevo in attesa.
Sentivo la sua delusione provenire dalla cucina, guaiva chiamandomi, ripartiva correndo a cercarmi e quando sbucava dal buio le facevo un agguato improvviso che la spaventava ma la elettrizzava ancora di più.
E tutto ricominciava proprio come con i bambini.

Tutto questo Flori lo faceva con un semplice scopo: riuscire ad estorcermi un premietto.
I premietti sono piccoli pezzetti di pane che teniamo chiusi nel mobile della cucina e che usiamo per premiare i cagnetti (ora Sansone...) quando fanno qualcosa di particolarmente meritevole. La cosa, devo dire, con il tempo ci ha un po' preso la mano e i cagnetti ci hanno chiesto i premietti a loro piacimento e qualche volta (spesso) noi abbiamo ceduto.
Ma se una cagnetta imbastisce tutto un ambaradam di gioco e nascondino e piroette e saltelli per aria per ottenere un pezzetto di pane, ditemi voi, è possibile resistere?

domenica 2 ottobre 2011

43 di 365 - Strani tipi umani e animali

Ieri pomeriggio siamo stati in un paese dell'interno perché un amico del Marito che fa il disegnatore di fumetti doveva parlare ai ragazzi del posto del lavoro di fumettista e aveva invitato anche il Marito a spiegare il suo lavoro di colorista.
Il paese è splendido, piccolissimo, con le case e le strade in basalto, pulitissimo e ordinato, la gente allegra e ospitale, curiosa di un mestiere che sembra nuovo e nuovo non è, curiosa forse sopratutto del fatto che ci si possa vivere di un mestiere così e che due uomini adulti e dai capelli brizzolati possano disegnare e colorare pupazzi di carta.
L'incontro con i ragazzi è stato interessante e mi sono emozionata ad ascoltare il Marito che parlava in pubblico, è stato bello e lui è stato bravo.

Quando l'incontro è finito siamo stati portati a vedere i murales del paese e, naturalmente, non avevo la macchina fotografica con me, ma vi assicuro che alcuni erano davvero belli, sopratutto l'ultimo, quello sulla sostenibilità, poetico.

Poi ci hanno raggiunto gli amici d'infanzia del disegnatore e abbiamo assaggiato insieme al resto del paese una gustosa fregula con salsiccia e cotenne di maiale (!) che non avevo mai provato, maialetto arrosto, una ricotta paradisiaca e per finire una buonissima torta di mele. Iniziavo ad essere stanca, il pomeriggio e la serata erano stati caldissimi, quasi più che in piena estate, e desideravo tornare a casa. Ma il nostro amico non vedeva i suoi amici da anni e la serata è continuata in una campagna non lontana, a casa di uno dei ragazzi, A., che fa il coltivatore.

Fare il coltivatore significa che vive in campagna dove possiede 2 serre che coltiva a pomodori, coltivazione rigorosamente biologica, che quest'anno sono stati attaccati da un insetto arrivato nientemeno che dal Brasile, che quel poco che produce lo vende ad una cooperativa che commercializza prodotti biologici ma che ha intenzione di abbandonare e produrre soltanto quello che gli occorrerebbe per sé: produrre pomodori e scambiarli con formaggio o aiuto in campagna o altro. Che dire? Sono rimasta sorpresa e colpita che qualcuno possa avere un progetto di vita come questo.
A. vive con 4 cani e un numero imprecisato di gatti, poi c'è il riccio che arriva durante la notte e le volpi che la sera si fermano a guardare l'orizzonte con i cani.
I cani sono stati tutti trovati perché abbandonati da qualche bastardo o salvati da morte certa perché investiti da qualche auto. C'è Whisky, una sorta di pincher biondo con una spruzzatina di bianco sul musetto e poi Taralla che ha la testina di un chihuahua ma le gambe lunghe, assettata di carezze che chiede leccandoti, c'è una cagnona nera e anziana, di 15 anni, con le zampe posteriori rotte per gli incidenti con le auto e una grande cisti inoperabile, allegra e scodinzolona.
E poi c'è Maki, che un tempo, prima dell'abbandono, si chiamava Lucky, ma A. dice che quella parte di vita non è stata molto fortunata e gli ha cambiato il nome, appena appena ma cambiato. Non me la sento di raccontarvi la storia di Maki perché mi fa male, ma vi dico ugualmente qualcosa di lui.
Bassottino di altezza, pelo ispidissimo da cinghialetto ma orecchie morbidissime, nero e fulvo con occhietti dolci color miele e buffi baffetti. E' diffidente, pauroso e attento a tutto quello che accade intorno a lui, è chiaramente il capo branco nonostante la mole inesistente ed altrettanto chiaramente è innamorato pazzo di A.
E' stato l'unico che quando siamo arrivati si è limitato ad una annusatina fugace per poi ignorarci, me sopratutto, avevo addosso e intorno tutti gli altri ma lui si è tenuto a distanza e ogni tanto incrociava il mio sguardo. Poi, centimetro dopo centimetro, ha iniziato ad avvicinarsi, fino a quando non sono riuscita ad accarezzarlo. Gli parlavo dolcemente, a bassa voce, come mi piace fare quando parlo con i cagnetti e come so che piace a loro, gli ho detto che non doveva avere paura, gli ho fatto i complimenti per le orecchie morbide e per i suoi occhi dolci e ogni volta che interrompevo le carezze lui sollevava la zampina e mi lanciava uno sguardo da sotto in su.
E' stata la prima volta dalla morte di Flori che un cagnetto ha superato tutti i blocchi di ghiaccio che ho intorno al cuore ed è stato bello ed emozionante.

Ma voglio dire ancora due parole sulla fine di questa serata e sulle persone e gli animali che ho conosciuto: un dottore che credevo un sindaco che possiede un'incredibile collezione di fumetti numeri 1, un bancario che portava al guinzaglio una maialina che dovrebbe servire a nutrire una famiglia ma che probabilmente invecchierà facendo la mamma, un gatto con le orecchie rosa e arricciate e un altro color polvere che sembrava finto.
Insomma, mai rifiutare gli inviti degli amici ad uscire dai confini, a vedere altre terre, altre facce, cose nuove. Siamo tornati alle due e mezzo come non ci succede nemmeno a Capodanno, ma vi assicuro che è stata una bellissima serata.

sabato 1 ottobre 2011

42 di 365 - Comfort food 2: crumble di pesche

Ieri sono tornata a casa molto stanca. Questa settimana è stata sfiancante lavorativamente parlando, uno si allontana un paio di settimane per le meritate vacanze, riesce appena appena a staccare e a smettere di pensare a quello che starà succedendo in ufficio e quando rientra trova una mole di lavoro arretrata inimmaginabile...

Ieri sera avrei solo voluto lasciarmi ingoiare dal divano con la speranza che qualcuno mi preparasse qualcosa da mangiare. Eh già, sono arrivata alla conclusione che quando vincerò alla lotteria non mi comprerò ville, barche o appartamenti, no, niente di tutto questo, io andrò sempre a mangiar fuori oppure assumerò una cuoca. Una di quelle cuoche intraprendenti come si vede in certi film inglesi, che la mattina ti propongono alcune pietanze, tu scegli e voilà il gioco è fatto. Fantastico. Roba da ricchi, ma fantastico.

Ma non ho ancora vinto alla lotteria, anche perché non gioco mai.... e ieri sera ci voleva qualcosa che mi coccolasse, allora vada per un dolce al cucchiaio, veloce da preparare e morbido e voluttuoso da gustare.

CRUMBLE DI PESCHE

Questo è un Crumble veloce da preparare, per far fronte ad una voglia di dolce all'uscita dall'ufficio alla fine di una giornata difficile, io ho usato i biscotti per fare le briciole ma le brave cuoche le fanno da sole e il risultato è sicuramente migliore.

Ingredienti per 2 persone:

2 pesche a pasta gialla (ma fuori stagione possono andar bene anche quelle sciroppate)
4 biscotti Grancereale Croccante
zucchero
zenzero, cannella, noce moscata, un chiodo di garofano
1 confezione di Philadelphia light
1 bicchierino di yogurt magro al naturale
zucchero a velo

Dopo aver lavato e sbucciato le pesche, le ho tagliate a spicchietti sottili, le ho messe in un tegamino a fondo spesso con un po' d'acqua, 2 o 3 cucchiai di zucchero e le spezie e ho fatto cuocere a fuoco moderato per circa 20 minuti, fino a quando le pesche sono diventate brune e il liquido sciropposo.

Nel frattempo ho fatto una crema lavorando il philadelphia allo yogurt e aggiungendo lo zucchero a velo ben setacciato per evitare i grumi. la crema deve essere perfettamente liscia e amalgamata.

Ho tenuto la crema in frigorifero fino a che le pesche sono diventate tiepide, poi ho messo un biscotto sbriciolato (io ho usato i Grancereale croccante ma potete scegliere qualunque biscotto sbricioloso o, ancora meglio, preparare delle vere briciole) sul fondo di una ciotolina, la metà del composto di pesche, la metà della crema di formaggio e la rimanenza delle pesche. Ho concluso con un secondo biscotto sbriciolato.
Il risultato è stato decisamente coccoloso e anche il marito è stato molto soddisfatto. Non sono abituata a fotografare le cose che preparo perciò niente foto per questa volta, ma era talmente buono che credo non tarderò a rifarlo...