Flori pochi mesi fa felice a Vallicciola.

lunedì 10 ottobre 2011

51 di 365 - Film e realtà

In questi ultimi anni, diciamo da quando Flori è diventata adulta, ho pensato spesso a come sarebbe potuta essere la sua morte e a come avrei reagito.
Ho immaginato che venisse investita da un'auto, che morisse di malattia, che potesse perdersi (ma questa era l'eventualità meno probabile perché non la perdevo mai di vista), quando abbiamo deciso che saremmo andati a vivere in campagna avevo persino pensato che potessero rapirla in mia assenza.

Il momento migliore per girare questi "film" era a letto, prima di addormentarmi e spesso mi sono addormentata piangendo perché quello che stavo immaginando era troppo doloroso. Avrei dovuto fare tesoro di tutto ciò, avrei dovuto saperlo, d'altra parte non avevo messo in moto l'immaginazione proprio per essere pronta, per non avere sorprese?

Un accidente! A niente è servito visualizzare l'auto mentre la investiva, me che rientravo nella casa di campagna e non la trovavo in giardino o lei che si spegneva sul lettino di un ambulatorio veterinario. Non è servito a niente addormentarmi piangendo tutte le notti in cui non riuscivo a sopportare nemmeno il pensiero di perderla. Non è servito a niente perché la vita, la morte in questo caso, ci stupisce sempre, nulla si compie come avevamo creduto e quando avevamo creduto, e le nostre emozioni non sono mai quelle che avevamo immaginato.

E mi ritrovo qui, donna adulta di mezza età (sic!) con una vita, un lavoro, un marito e un cagnetto, mi ritrovo qui  sconsolata e abbandonata, a fare i conti con una mancanza così profonda, con un'assenza così totale e tangibile, come se mi avessero amputato un braccio, una gamba, un pezzo di corpo diventato improvvisamente più leggero perché non c'è Flori attaccata a dall'altra parte.

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