Flori pochi mesi fa felice a Vallicciola.

domenica 2 ottobre 2011

43 di 365 - Strani tipi umani e animali

Ieri pomeriggio siamo stati in un paese dell'interno perché un amico del Marito che fa il disegnatore di fumetti doveva parlare ai ragazzi del posto del lavoro di fumettista e aveva invitato anche il Marito a spiegare il suo lavoro di colorista.
Il paese è splendido, piccolissimo, con le case e le strade in basalto, pulitissimo e ordinato, la gente allegra e ospitale, curiosa di un mestiere che sembra nuovo e nuovo non è, curiosa forse sopratutto del fatto che ci si possa vivere di un mestiere così e che due uomini adulti e dai capelli brizzolati possano disegnare e colorare pupazzi di carta.
L'incontro con i ragazzi è stato interessante e mi sono emozionata ad ascoltare il Marito che parlava in pubblico, è stato bello e lui è stato bravo.

Quando l'incontro è finito siamo stati portati a vedere i murales del paese e, naturalmente, non avevo la macchina fotografica con me, ma vi assicuro che alcuni erano davvero belli, sopratutto l'ultimo, quello sulla sostenibilità, poetico.

Poi ci hanno raggiunto gli amici d'infanzia del disegnatore e abbiamo assaggiato insieme al resto del paese una gustosa fregula con salsiccia e cotenne di maiale (!) che non avevo mai provato, maialetto arrosto, una ricotta paradisiaca e per finire una buonissima torta di mele. Iniziavo ad essere stanca, il pomeriggio e la serata erano stati caldissimi, quasi più che in piena estate, e desideravo tornare a casa. Ma il nostro amico non vedeva i suoi amici da anni e la serata è continuata in una campagna non lontana, a casa di uno dei ragazzi, A., che fa il coltivatore.

Fare il coltivatore significa che vive in campagna dove possiede 2 serre che coltiva a pomodori, coltivazione rigorosamente biologica, che quest'anno sono stati attaccati da un insetto arrivato nientemeno che dal Brasile, che quel poco che produce lo vende ad una cooperativa che commercializza prodotti biologici ma che ha intenzione di abbandonare e produrre soltanto quello che gli occorrerebbe per sé: produrre pomodori e scambiarli con formaggio o aiuto in campagna o altro. Che dire? Sono rimasta sorpresa e colpita che qualcuno possa avere un progetto di vita come questo.
A. vive con 4 cani e un numero imprecisato di gatti, poi c'è il riccio che arriva durante la notte e le volpi che la sera si fermano a guardare l'orizzonte con i cani.
I cani sono stati tutti trovati perché abbandonati da qualche bastardo o salvati da morte certa perché investiti da qualche auto. C'è Whisky, una sorta di pincher biondo con una spruzzatina di bianco sul musetto e poi Taralla che ha la testina di un chihuahua ma le gambe lunghe, assettata di carezze che chiede leccandoti, c'è una cagnona nera e anziana, di 15 anni, con le zampe posteriori rotte per gli incidenti con le auto e una grande cisti inoperabile, allegra e scodinzolona.
E poi c'è Maki, che un tempo, prima dell'abbandono, si chiamava Lucky, ma A. dice che quella parte di vita non è stata molto fortunata e gli ha cambiato il nome, appena appena ma cambiato. Non me la sento di raccontarvi la storia di Maki perché mi fa male, ma vi dico ugualmente qualcosa di lui.
Bassottino di altezza, pelo ispidissimo da cinghialetto ma orecchie morbidissime, nero e fulvo con occhietti dolci color miele e buffi baffetti. E' diffidente, pauroso e attento a tutto quello che accade intorno a lui, è chiaramente il capo branco nonostante la mole inesistente ed altrettanto chiaramente è innamorato pazzo di A.
E' stato l'unico che quando siamo arrivati si è limitato ad una annusatina fugace per poi ignorarci, me sopratutto, avevo addosso e intorno tutti gli altri ma lui si è tenuto a distanza e ogni tanto incrociava il mio sguardo. Poi, centimetro dopo centimetro, ha iniziato ad avvicinarsi, fino a quando non sono riuscita ad accarezzarlo. Gli parlavo dolcemente, a bassa voce, come mi piace fare quando parlo con i cagnetti e come so che piace a loro, gli ho detto che non doveva avere paura, gli ho fatto i complimenti per le orecchie morbide e per i suoi occhi dolci e ogni volta che interrompevo le carezze lui sollevava la zampina e mi lanciava uno sguardo da sotto in su.
E' stata la prima volta dalla morte di Flori che un cagnetto ha superato tutti i blocchi di ghiaccio che ho intorno al cuore ed è stato bello ed emozionante.

Ma voglio dire ancora due parole sulla fine di questa serata e sulle persone e gli animali che ho conosciuto: un dottore che credevo un sindaco che possiede un'incredibile collezione di fumetti numeri 1, un bancario che portava al guinzaglio una maialina che dovrebbe servire a nutrire una famiglia ma che probabilmente invecchierà facendo la mamma, un gatto con le orecchie rosa e arricciate e un altro color polvere che sembrava finto.
Insomma, mai rifiutare gli inviti degli amici ad uscire dai confini, a vedere altre terre, altre facce, cose nuove. Siamo tornati alle due e mezzo come non ci succede nemmeno a Capodanno, ma vi assicuro che è stata una bellissima serata.

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