Flori pochi mesi fa felice a Vallicciola.

lunedì 28 novembre 2011

101 di 365 - Quello che resta

... Molto, molto di più di una cuccia vuota.


Un guinzaglio azzurro, un cappottino azzurro (ricordarsi di raccontare quanto odiasse il cappottino), una pettorina azzurra, un collarino pre-pettorina azzurro pure lui.
Una ciotola di acciaio con zampine in rilievo (ora è la ciotola dell'acqua di Sansone che mangia in una identica).
Una cuccia ormai troppo grande per uno solo (ricordarsi di raccontare come è arrivata la mega cuccia)
Una spazzolina a denti stretti per spazzolare orecchie con le frange: mai visto orecchie con frange?
Nessun giocattolo, mai avuto giocattoli. I miei calzini erano i suoi giocattoli preferiti.
Un posto che rimane vuoto ai piedi del letto dalla parte dove dormo io.
Un posto vuoto sul divano, accanto al bracciolo dove mi appoggio io.
Il silenzio dei viaggi in macchina. Ora mi volto per sincerarmi che Sansone ci sia, tanto è zitto e fermo.
I peli bianchi, leggermente ondulati, sottili ad una estremità e un po' più spessi all'altra che ancora troviamo sugli abiti. E io sono felice di trovarli.
La dieta che mi aveva scritto su un foglietto il suo dottore nelle ultime settimane, quando rifiutava i croccantini.
Il diario dei sintomi della sua malattia che avevo scritto per essere sicura di non tralasciare nulla quando poi avrei parlato con il suo dottore.
Le fotografie.
Le palline da tennis. Ecco, queste rientrano nei giocattoli?
La mia solitudine quando cucino.
La mia solitudine quando passeggio, quando guardo la tele, quando scrivo, quando dormo. 
La mia solitudine quando piango, quando piango, quando piango.
La mia solitudine ogni volta che andiamo fuori città, ogni volta che cammino da sola, ogni volta che non devo badare a lei.
La mia solitudine senza di lei. La mia vita senza di lei.
La vita senza Flori.



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