Flori pochi mesi fa felice a Vallicciola.

mercoledì 23 novembre 2011

96 di 365 - La felicità è altrove ma la contentezza abita qua

Il rapporto tra me e Sansone sta cambiando e sono contenta. Mi sembra di iniziare ad avere con lui un rapporto diretto. Sono piccole cose: dopo cena aspetta impaziente che mi sieda sul divano e mi sistemi bene la copertina sulle gambe (eh sì, proprio come i vecchietti...!) e poi salta su proprio in quello che era il posto di Flori. Ma Flori stava contro il mio seno e il bracciolo e si addormentava, Sansone invece pretende di essere incessantemente accarezzato e ad ogni mia esitazione si irrigidisce e mi mette una zampetta sulla faccia.

Abbiamo un'abitudine in famiglia, probabilmente un veterinario direbbe che è una pessima abitudine, pazienza, è una delle nostre abitudini. Quando i cagnetti finivano di mangiare i croccantini, che non hanno MAI mangiato volentieri, hanno sempre ricevuto un premietto. Un semplice pezzetto di pane secco che li faceva andare in visibilio e saltare sulle zampe posteriori, in piedi per averlo subito.
Quando c'era Flori era lei che dava inizio alle danze, se finiva di mangiare e né io né il Marito ci trovavamo in cucina, iniziava a piangere così forte che si sentiva dalla parte opposta della casa. E allora accorrevamo per elargire il tanto agognato premietto. Se invece ci trovavamo in cucina saltava su stessa come se avesse gli stivaletti a molla di Paperinik, e saltava e saltava fino a quando non otteneva il pezzetto di pane.
Naturalmente il premio veniva dato ad entrambi, anche se Sansone ci ha sempre messo un po' di più a mangiare la sua parte perché veniva distratto dal gran casino che faceva Flori.

Da quando Flori non c'è più Sansone non ha mai chiesto premietti, immaginavo che non li sapesse chiedere e a fine pasto glieli davo lo stesso, ma da qualche giorno fa una cosa nuova e buffa.
Allora, premetto che spesso viene a vedere dove mi trovo e cosa sto facendo e di solito mi aspetta o chiede carezze. Ad esempio, se mi trova in camera che mi sto cambiando, si siede sul tappeto e aspetta che finisca per tornare in cucina o in salotto insieme, se mi trova in bagno si accovaccia e aspetta che io sia pronta.
Qualche volta non si accovaccia, rimane nervoso sulla porta, rigido e attento, e appena capisce dai miei movimenti che potrei aver finito di fare quello che sto facendo, si dirige verso l'uscita della stanza in direzione della cucina. Se mi attardo torna sui suoi passi ancora più nervoso, impaziente, fa qualche passo avanti e qualche altro indietro come a chiamarmi da qualche parte.
La prima sera che l'ha fatto, all'ennesima ripetizione l'ho assecondato e seguito e, dopo aver percorso il corridoio saltellando contento come una Pasqua, mi ha scortato in cucina davanti alla sua ciotola vuota.
Mistero spiegato: aveva fatto il bravo cane, mangiato la pappa e sapeva di meritare il pezzetto di pane!

Vi dicevo che il rapporto tra noi sta cambiando, che iniziamo ad avere delle cose "nostre" sono molto contenta.
La felicità però è un'altra cosa.

Felicità.

Non so se conoscete questo posto ma è uno dei posti che amo di più al mondo e ha il potere di rendermi molto felice, la cerata gialla e i pantaloni rossi fanno la loro parte, passeggiare d'inverno con i cagnetti e il Marito (che non si vede perché fa le foto) era quanto più amassi nella vita. Non è un caso che questa immagine si chiami felicità.


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